Chimica verde: l’Italia batte tedeschi e olandesi

L’Unione europea ha premiato l’innovazione tecnologica dell’impianto di Matrica, in Sardegna. Assegnati a Novamont 17 milioni di euro per sostenere l’impianto pilota che utilizza il cardo, una pianta povera che non ha bisogno di irrigazione né di fitofarmaci

di ANTONIO CIANCIULLO

BRUXELLES – È una scommessa sull’innovazione nella chimica verde che vale 3,7 miliardi di euro in sei anni e l’Italia si è conquistata un posto in prima fila battendo tedeschi e olandesi. La Bic (Bio-Based Industries Joint Undertaking), la partnership pubblico-privato tra l’Unione europea e le imprese del settore, ha assegnato 17 milioni di euro a fondo perduto per sostenere la ricerca Novamont sulle bioraffinerie.

Tra il 2014 e il 2020 la Bic ha previsto investimenti per 2,73 miliardi di euro e altri 975 milioni verranno aggiunti direttamente dalla Ue. In questa prima fase è stato finanziato un unico progetto pilota, quello italiano coordinato da Novamont. Si chiama First2run e mira a dimostrare la sostenibilità tecnica, economica e ambientale su scala industriale dell’uso di colture che non richiedono irrigazione né pesticidi per estrarre oli vegetali con cui fare biolubrificanti, cosmetici, bioplastiche. Il ciclo della filiera servirà anche a ottenere mangimi animali, altri prodotti chimici ed energia. Sul progetto, che è stato sviluppato a Porto Torres, in Sardegna, nello stabilimento di Matrica, sono già stati investiti oltre 300 milioni di euro.

“La bioraffineria è un concetto che rivoluziona il quadro economico e ambientale perché permette di adoperare materie prime povere, che non entrano in competizione con la sfera alimentare, in un ciclo di produzione a cascata in cui si utilizzano via via gli scarti della lavorazione precedente”, spiega Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont. “In questo modo si ricavano consistenti benefici economici e ambientali arrivando alla produzione di energia solo alla fine del ciclo di uso della materia. Inoltre si dà una grande spinta all’occupazione: per ogni mille tonnellate di bioplastica si possono creare 60 posti di lavoro”.

Il settore della bioeconomia in Europa vale 2.000 miliardi di euro e dà un impiego a oltre 22 milioni di persone. Secondo le stime della Commissione, per ogni euro investito in ricerca e innovazione si possono ottenere 10 euro di fatturato entro il 2025. Nell’impianto di Matrica, una joint venture tra Eni-Versalis e Novamont, come materia prima è stato usato il cardo, una pianta rustica che cresce anche su terreni marginali o da bonificare, e ha pretese modeste: si accontenta dell’acqua piovana e non ha bisogno di fertilizzanti o fitofarmaci. Ora si passerà dai 500 ettari finora utilizzati a 3.500.

Fonte: repubblica.it

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