I RIFIUTI PERICOLOSI

Il Ministero della Transizione Ecologica suddivide in due macro-categorie i rifiuti pericolosi, urbani e speciali. I rifiuti pericolosi hanno caratteristiche che li rendono rifiuti tossici e nocivi, pericolosi per gli esseri viventi e per l’ecosistema, questi sono definiti appunto rifiuti pericolosi e si dividono in:

  • Rifiuti Urbani Pericolosi (RUP): I rifiuti urbani pericolosi sono costituiti da tutta quella serie di rifiuti che, pur avendo un’origine civile, contengono al loro interno un’elevata dose di sostanze pericolose e che quindi devono essere gestiti diversamente dal flusso dei rifiuti urbani. Tra i RUP, i principali sono i medicinali scaduti e le pile, da conferire presso le isole ecologiche o contattando la multiservizi del comune di residenza.
  • Rifiuti Speciali Pericolosi: I rifiuti speciali pericolosi sono quei rifiuti generati dalle attività produttive che contengono al loro interno un’elevata dose di sostanze inquinanti. Per questo motivo occorre renderli innocui, cioè trattarli in modo da ridurne drasticamente la pericolosità presso impianti autorizzati.

A determinare la pericolosità di un rifiuto è la presenza, al suo interno, di sostanze pericolose che possono arrecare danno all’ambiente e alla salute umana. Questi rifiuti devono essere adeguatamente identificati ed etichettati per essere facilmente riconoscibili anche quando vengono preparati per il trasporto, l’etichettatura deve essere integrata, nel caso di trasporto del rifiuto, con i marchi e le etichette richiesti dal regolamento per il trasporto di merci pericolose via strada ADR. L’etichetta rifiuti pericolosi è una R in maiuscolo nera su fondo giallo (etichetta R rifiuti) con misure ben definite.

I rifiuti speciali pericolosi non possono essere normalmente smaltiti nelle comuni discariche, devono essere gestiti in modo specifico tramite operatori autorizzati in impianti specializzati alla gestione e allo smaltimento di rifiuti pericolosi.

La pericolosità dei rifiuti è stata classificata per poter riconoscere l’entità precisa del pericolo che si incorre nel disperdere o venire al contatto con il rifiuto, rendendo nocivo per la salute umana e per l’ambiente. Il Regolamento 2014/1357/UE, operativo in tutti gli stati membri dal 1° giugno 2015, ha dunque apportato le modifiche tuttora vigenti al citato allegato III, introducendo le cosiddette “caratteristiche di pericolo HP”.:

  • HP1 Esplosivi: rifiuto che può, per reazione chimica, sviluppare gas a una temperatura, una pressione e una velocità tali da causare danni nell’area circostante. Sono inclusi i rifiuti pirotecnici, i rifiuti di perossidi organici esplosivi e i rifiuti auto reattivi esplosivi.
  • HP2 Comburenti: rifiuto capace, in genere per apporto di ossigeno, di provocare o favorire la combustione di altre materie.
  • HP3 Facilmente infiammabili e infiammabili.
  • HP4 Irritanti: rifiuto la cui applicazione può provocare irritazione cutanea o lesioni oculari
  • HP 5 “Tossicità specifica per organi bersaglio (STOT)/Tossicità in caso di aspirazione”: rifiuto che può causare tossicità specifica per organi bersaglio con un’esposizione singola o ripetuta, oppure può provocare effetti tossici acuti in seguito all’a spirazione. Tossici: sostanze e preparati che, per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono comportare rischi per la salute gravi, acuti o cronici e anche la morte.
  • HP 6 “Tossicità acuta”: rifiuto che può provocare effetti tossici acuti in seguito alla somministrazione per via orale o cutanea, o in seguito all’esposizione per inalazione. Corrosivi: sostanze e preparati che, a contatto con tessuti vivi, possono esercitare su di essi un’azione distruttiva.
  • HP 7“Cancerogeno”: rifiuto che causa il cancro o ne aumenta l’incidenza.
  • HP 8 “Corrosivo”: rifiuto la cui applicazione può provocare corrosione cutanea.
  • HP 9 “Infettivo”: rifiuto contenente microrganismi vitali o loro tossine che sono cause note, o a ragion veduta ritenuti tali, di malattie nell’uomo o in altri organismi viventi.
  • HP 10 “Tossico per la riproduzione”: rifiuto che ha effetti nocivi sulla funzione sessuale e sulla fertilità degli uomini e delle donne adulti, nonché sullo sviluppo della progenie.
  • HP 11 “Mutageno”: rifiuto che può causare una mutazione, ossia una variazione permanente della quantità o della struttura del materiale genetico di una cellula.
  • HP 12 “Liberazione di gas a tossicità acuta”: rifiuto che libera gas a tossicità acuta (Acute Tox. 1, 2 o 3) a contatto con l’acqua o con un acido.
  • HP 13 “Sensibilizzante”: rifiuto che contiene una o più sostanze note per essere all’origine di effetti di sensibilizza zione per la pelle o gli organi respiratori.
  • HP 14 “Ecotossico”: rifiuto che presenta o può presentare rischi immediati o differiti per uno o più comparti ambientali.
  • HP 15 “Rifiuto che non possiede direttamente una delle caratteristiche di pericolo summenzionate ma può manifestarla successivamente”.

Per ogni rifiuto pericoloso, è responsabilità del produttore l’individuazione del codice EER e delle HP per comprendere i pericoli che esso possiede. Il produttore si può avvalere di un laboratorio di analisi specializzato, al fine di determinare la presenza di una o più caratteristiche di pericolo HP, fare le analisi non è sempre necessario, vi sono casi particolari in cui con un’attenta valutazione delle schede di sicurezza o dei processi che hanno generato il rifiuto pericoloso possono attribuire le caratteristiche di pericolo anche senza analisi. La caratterizzazione dei rifiuti e la definizione delle caratteristiche di pericolo, sono necessarie anche per definire e trovare l’impianto giusto a cui conferire tale rifiuto.

Potete contattarci per smaltire i rifiuti speciali pericolosi, ci avvaliamo di laboratori qualificati e di tutta la fase documentale, inoltre provvediamo a destinare i rifiuti pericolosi a impianti autorizzati allo smaltimento degli stessi.
Qui tutti i contatti necessari: https://ecorecuperi3.concresco.net/contatti/

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