Il DL 138 all’art 6, c. 2 ” Ulteriori disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo – Stralcio – Abrogazione Sistri – Dia e Scia – Servizi locali – Robin tax su energia” ha cancellato con un semplice colpo di spugna il Sistri. Ma qual è ora il destino procedurale di questo Decreto Legge e soprattutto delle aziende che si occupano di rifiuti?
Proviamo a fare un po’ di chiarezza proponendo la lettura di una news tratta dal sito www.tuttoambiente.it riportata di seguito:
Il DL 138 all’art 6, c. 2 ha cancellato completamente ogni riferimento al Sistri abrogando tutte le norme ad esso relative.
Trattandosi di un DL dovrà essere convertito in legge entro 60 gg (anche se è prevista una accelerazione in merito) ma i suoi effetti sono immediati. Pertanto dal 13 agosto si continua ad operare con tutte le normative precedenti (in particolarmodo con i testi pre dlvo 205/10 degli artt. 188, 189, 190 e 193). Non solo: dal 16 agosto si fanno i conti anche col nuovo DLvo n. 121/11 sui reati ambientali che per quanto concerne le modifiche al Sistri è ovviamente inefficace (non si modifica una norma abrogata!) Se la legge di conversione non dovesse confermare tale cancellazione (ma lo escludo: perché farlo ora, sennò?) farebbe solo ancor più confusione perché cancellerebbe gli effetti del DL ex tunc, cioè dal 13 agosto: vorrebbe solo dire “aggiungere danno su danno”. I problemi ora sono anche relativi ad eventuali richieste di rimborso per un servizio mai nato/dato. Probabilmente uscirà qualcosa in merito.
A prescindere dalla difficoltà di capirne le motivazioni “economiche” parzialmente spiegate nella Relazione illustrativa – v. rubrica “ITALIA” – (anche se secondo me il problema era: questo baraccone non funziona e in più si sono aperte indagini tra i rapporti tra Sistri, gare mai fatte, P4 e chi più ne ha più ne metta. E’ meglio dichiarare che da settembre non si parte neanche sta volta e che forse non si partirà mai – e poi tenere un low profile – o fare una figuraccia di dimensioni galattiche dando la colpa a Tremonti? Ma al Consiglio dei Ministri non era presente anche il Ministro dell’Ambiente?), ed a tal punto credo che il Ministro Tremonti non si sia nemmeno reso conto che da oggi in poi si metteranno in coda decine di migliaia di aziende italiane per avere indietro i soldi anticipati per un servizio che non c’è.
Nei commenti effettuati a tale situazione ho letto tante di quelle fesserie in argomento che mi permetto di ribadire qualche concetto basilare (Stefano Maglia):
1) il SISTRI in se è cosa buona e giusta, nessuno lo nega, ma la sua realizzazione era un disastro. Meglio riprovarci tra un po’ ad acque meno agitate…;
2) l’obbligo normativo non risiede nelle norme europee che pretendono sì la tracciabilità (dei rifiuti pericolosi) ma non necessariamente quella informatica! questa cosa non c’è scritta in nessun regolamento o direttiva e a nessun altro Paese europeo interessa minimamente il SISTRI;
3) l’origine di questo obbligo per il Ministero dell’ambiente risiede in una norma voluta nel 2008 (DLvo 4/08) dal governo Prodi;
4) che c’entra l’ecomafia col SISTRI? I soggetti obbligati erano sostanzialmente gli stessi obbligati in precedenza a fare MUD, Registri, FIR (cosa che ora dovranno necessariamente riprendere a fare): secondo voi chi non “tracciava” i rifiuti prima si è dotato di chiavette e black-box? Ma vi prego…L’unica cosa davvero utile all’ecomafia è la confusione normativa…;
5) ora il difficile sarà l’opera di coordinamento tra DLvo 205/10, il DLvo 121/11 (sui reati ambientali) e il ripristino degli zombi Mud-registri-fir, che in realtà non erano mai morti. Speriamo di avere qualche risposta decente almeno su quello. Dubbi? (Stefano Maglia)