POSIZIONE ASSOCIATIVA IN MERITO AD ALCUNI ASPETTI RELATIVI AL PROSSIMO RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA 2012/19/UE SUI RAEE
La situazione in sintesi
Dai dati relativi alla raccolta ed al trattamento dei RAEE in Italia si può evincere come, senza un’opera di profonda revisione del sistema disegnato dal D.Lgs. 151/05, il nostro Paese difficilmente sarà in grado di raggiungere gli obiettivi fissati per il prossimo futuro. Il recepimento della nuova Direttiva 2012/19/UE del 04/07/2012, che dovrà avvenire entro il 14/02/2014, è un’occasione forse irripetibile per apportare al sistema RAEE le necessarie modifiche derivanti dall’esperienza maturata. Di fatto attualmente in Italia esistono tre tipologie di “mercati” per la gestione dei RAEE:
1) uno ufficiale o “formale” rappresentato dai Sistemi Collettivi e dagli impianti accreditati al CdC RAEE ovvero da impianti che, oltre all’autorizzazione all’esercizio rilasciata da Ente competente, sono in possesso di un certificato di accreditamento rilasciato del CdC RAEE attestante il livello di trattamento garantito dagli impianti in dotazione e dai sistemi di gestione adottati;
2) uno legale o “informale”, rappresentato dagli impianti che lavorano i RAEE reperiti sul mercato. Questi impianti lavorano sulla base di un’autorizzazione, sia essa ordinaria o semplificata, ed a volte sono accreditati al CdC RAEE; va rimarcato che non sempre l’autorizzazione, in particolare se in forma semplificata, è sufficiente a garantire la presenza di un’impiantistica idonea;
3) uno illegale, rappresentato, per lo più, dalla esportazione illegale di RAEE mascherati da apparecchiature elettriche ed elettroniche usate. Esiste un’ampia documentazione, anche fotografica, che attesta che tali esportazioni sono in realtà coperture per esportazioni di RAEE totalmente illegali verso paesi del terzo e quarto mondo. Accanto a questo fenomeno, non sono da sottovalutare trattamenti di RAEE eseguiti in impianti italiani inidonei e/o autorizzati per altri tipi di attività, tipo la gestione dei rottami metallici.
Le quantità gestite dal mercato “ufficiale” sono rendicontate dal sistema informatico gestionale del CdC RAEE (che registra solo i RAEE domestici).
Le quantità gestite dal mercato “legale” sono presenti nelle dichiarazioni MUD degli impianti di trattamento e si sommano, senza alcuna possibilità di distinzione, a quelle del mercato “ufficiale”. Al momento le quantità gestite dal mercato “legale” non sono contabilizzate dal CdC nell’ambito delle quantità gestite; tuttavia esse figurano nei dati ufficiali dell’ISPRA. Il mercato “legale” trova la sua ragione di essere nel valore dei materiali recuperati dalla lavorazione dei RAEE quali: metalli, plastiche e componenti che, in determinate condizioni (sostanzialmente legate alla logistica), possono rendere possibile l’acquisto dei RAEE da parte degli impianti di trattamento.
Le quantità gestite dal “mercato illegale”, per definizione, non sono note. Va tenuto presente che tale “mercato”, oltre alla esportazione di RAEE come AEE usate, è costituito anche dalle componenti “cannibalizzate” dai RAEE (ovvero sottratte ai RAEE nelle fasi precedenti la raccolta ed il trasporto, durante la sosta nei Centri di Raccolta) e dai RAEE che, impropriamente, vengono avviati ad impianti non idonei né specificamente autorizzati.
Va considerato che il “mercato illegale” è fortemente sospinto sia dal prezzo positivo dei componenti rimossi dai RAEE, sia dal prezzo positivo di metalli e plastiche. Tale prezzo rende vantaggiosa l’esportazione verso paesi dove l’attenzione all’ambiente ed il costo della mano d’opera sono molto bassi e, di conseguenza, il valore dei materiali recuperati è massimo in quanto non gravato da costi ambientali.
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